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Umberto Piersanti
E' nato ad Urbino nel 1941 e nella Università della sua città insegna Sociologia della Letteratura.
Le sue raccolte poetiche sono La breve stagione (Quaderni di Ad Libitum, Urbino, 1967), Il tempo differente (Sciascia, Caltanissetta-
La poesia di Piersanti e' soprattuto il luogo luminoso dell'incontro della natura col suo cuore, un incontro che lo conduce oltre la sfavillio delle apparenze, portandolo dentro l'origine delle cose.
Sono le Marche e precisamente le colline dure e ispide delle "Cesane" la terra delle sue origini che il poeta ha eletto a ispirazione della sua poesia .
Qui sono nate le sue prima passioni ed e' qui che il poeta scopre lo spaesamento e la vertigine del tempo e dell'esistenza, perche' questo luogo oltre a rappresentare il luogo della vita e dell'incanto e' anche il luogo profondo della percezione netta, che va oltre il dolore della storia.
Da: Per tempi e luoghi, Porretta Terme, I Quaderni del Battello Ebbro, 1999
Dopo Natale
spente le luminarie
l'ultima che risplende
a fianco dello scivolo,
bassa sul mare
sei cresciuto Jacopo
dall'altro anno,
ma i giochi e lo sguardo
sono gli stessi,
figlio, il tempo non ti riguarda
il cerchio delle luci
le feste ora passate
la luna di gennaio
ch'esce più tardi
delle tronche parole
senza storia,
della corsa priva di compagni
solo ti ricompensa il tempo
fatto eterno
per noi si spengono le luci
dopo le feste,
come la neve bianca
grigia si scioglie
sull'asfalto
Da: I luoghi persi, Torino, Einaudi, 1999
Lo spino bianco
Le lunghe bacche rosse splendono
intatte quando l'ottobre entra,
i cieli sono i più azzurri
dell'anno, ma freddi e brevi,
porta pace lo spino
gli agnelli bianchi brucano foglie
e frutti, dormono al ceppo
ma quando viene la bruma
nera e spessa
e scolora le bacche, cascano secche
spegne malva e falasco
fa l'acqua nera
escono allora le anime dai rami
girano come fuochi quasi spenti
ma solo chi è malvagia lascia lo spino
se c'è uno che passa
quando annotta
dovrà seguirla
e perdere la strada
Il favagello
è d'un giallo squillante, nessun fiore
l'uguaglia anche se prendi l'anno intero
copre a febbraio i greppi
verdissima è la foglia
umida sempre un poco e immacolata
quando la neve cade che ritarda
il favagello resta sotto intatto
se sta sotto la neve tre giorni sani
e viene una ragazza che lo coglie
dinnanzi alla specchiera, in un bicchiere
col gambo dentro l'acqua poi lo mette
sale nel vetro l'uomo, sale le scale
bussa alla porta
e aspetta se lei apre