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Attilio Lolini
E’ nato in provincia di Siena nel 1939, dove tutt’ora risiede a San Rocco a Pilli. Soprattutto poeta e pamphlettista, ha tradotto e traduce, testi simbolisti e contemporanei. Giornalista dell’Unità e del Manifesto, critico musicale e librettista, editore dei "Quaderni di Barbablù. Fra le sue prime opere: Negativo Parziale, 1974; Notizie dalla necropoli, 1976; I resti di Salomé, 1983. Ha pubblicato numerose plaquette poetiche, prevalentemente con le Edizioni L’Obliquo, tra le quali una traduzione-
La sua è una poesia caratterizzata spesso dal sapore beffardo ed ironico di una marginalità operaia e contadina disincantata, che consuma il suo vivere nella pena di vedersi vendere in un mercato dove nessuno la vuole comprare.
La scrittura di Lolini, in apparenza leggera, non conforta anzi s’interroga sui perversi rapporti quotidiani con il potere, che scortese e gonfio di vanità, lacera l’esistenza umile del mondo ed uccide la speranza della poesia.
Carte da sandwich
Il vento fuori dalle persiane
muta rapidamente voce
ora un canto sinistro
ora un'aria sospirosa
se apri la finestra
cade l'intonaco dai muri
il vento aspira le cicche
del portacenere ricolmo
le cose le persone
badano a trasformarsi
a prendere altre forme
prima di scordarsi.
dall’antologia "Notizie dalla necropoli"
*
Aspettiamo l'alba
come avesse
riccioli e parrucche
mettendo giù versi
senza profumo
come fiori d'erborista
la gente sorride
ai giorni allineati
come barattoli
nei supermercati.
*
il quintaelementare ingegnere onoriscausa
(che si è fatto da sé)
(venuto su dal nulla)
apre la nuova fabbrica
elettrodomestica
ministro in vista (moro)
per i cazzabubboli
di carosello
e l’arcivescovo
a benedire le macchine
acqua benedetta selz
ti spruzza questo
operai tute bianche in vista
rinfresco democratico
gli operai tute bianche
hanno un tavolo il tricolore sta benissimo
sulle buzze
dei sindaci di sinistra
discorso ufficiale
non va per niente male
a parte
*
le carte i viaggi
giorni e giorni
assieme
poi sospetti
noia
scomparso chissà dove
ho qui la mappa
di pensioni alberghetti
freddi cinema
gabinetti
stazioni
ora ripetiamo
stancamente
parole
che furono
innocenti
la vecchiaia
le ha rese oscene
come i nostri volti
che la morte prepara
con accurato pudore
*
Poesia leucemia
ah, la tua boccuccia
che spiffera
mi sono arruffianato
uno che dicono potente
stava in disparte
mi guardava male
poveraccio
anch’io squittisco
tramo
che pena vendersi
quando nessuno
ti compra.
Flamenco
Stamani il dente che tintinnava
come un ballerino di flamenco
ha preso il volo ed è caduto
senza neppure un doveroso addio.
Stiamo a vedere cosa combina il tempo
quale faccia lo specchio ci rimanda
se la storia è davvero un otre gonfio
da suonare o bucare.
Funghi
Per non incontrare
chi va in vacanza
per fuggire
montagna e mare
facciamoci ibernare
non saranno
tempi lunghi
ci scongeleranno
quando escono
i funghi.
*
da una stazione all’altra
sgombrare smammare sbolognare
musica da questura
suona sempre
ci hanno detto
filate alé filate
ci annusano
si puzza almeno
irrecuperabili
ha detto il brigadiere
le scimmie proletarie
son dentro le utilitarie
sempre i soliti sempre
vai a fidarti
di penose chiacchiere
di solidarietà infingarde
morti noi signori e madame
si chiude
coraggio sole dei ricchi
che ce la fai anche stamani
*
abbiamo lasciato
tracce in giro
frammenti
si spegne il millennio
muore goffo
estraneo
anche la nostra
giovinezza
si spegne
è tempo di sbaraccare
infingardi dilettanti
barammo malamente
sull’orlo
di questo secolo
infame
ah le mie carte truccate
tutte sul tavolo
presto
è tempo
partiamo
le notti saranno
sempre più lunghe
e i rimorsi
non daranno
tregua
Paese d’inverno
C’è un luogo dove gli anni
sono uguali
le notti combaciano perfette;
fiorisce il mandorlo
in mezzo al gelo.
Se cerchi l’oscurità la troverai
così albe, tramonti
il filo che lega
a questa intensa ebbrezza.
La gente mi pare strana
quando si fa più luce
andiamo, caro amico,
nel paese d’inverno.
La poesia
La poesia non abita più qui
non c’è poesia dove vivi
nelle case nelle strade
dove ti disperavi
oppresso da inutili rimorsi
da infingardi progetti
subito abbandonati.
La poesia è da altre parti
fugge il presente scortese
e l’uggioso futuro.
Le ginestre
Se te ne vai
con passo lento
avrai sul volto
gli schiaffi
del vento.
Oggi le rose
non escono
dai bocci
e le ginestre
dell’infanzia
sono acqua.
Il pianista
Qualche volta un lieve tepore
segnala la primavera in arrivo
come i rumori di coloro
che altrove sono vivi
la luce s’allunga
ha i colori d’un serpentello
rapido sull’erba essiccata
come la mano d’un pianista
in un finale di sonata.
*
Il mattino tempestoso
Quando viene il mattino
le nuvole paiono brandelli
di barbe sfilacciate
la tempesta ha aperto
il grigio velo del cielo
ecco un’alba
davvero adatta a me
quando viene da piangere
senza sapere perché.
Yogurt
Dicono che sono depresso
mi metto sotto un cipresso
poi faccio colazione
con uno yogurt
alla depressione
alla radio parlano
di guerra in Palestina
succhio una gelatina
poi un sorbetto
incerto se stare in piedi
o rimettermi a letto.
Mesi
Come si parte
con un vestito
scolorito e lacero
nei mesi aridi
o in quelli freddi
fantasmi a tessere
il vento.
La Storia
Ho spacciato
altri libretti
poeta in trasferta
le chiacchiere
un vento circolare
ora penso che la storia
sia un otre gonfio
da suonare
o bucare.
Sosostris
Qui non c’è acqua
ma soltanto terra
i gabbiani gridano
sui terrapieni
delle discariche
con il becco ostentando
carte da sandwich
il mare è una pozza
dove affiorano
foglie secche
ragni drappeggiati
voci che odi uscire
da pozzi essiccati.
*
mangio questo panino
lo mastico adagio
perchè duri di più
ci sono quelli
che fanno tanto d'occhi
ma io dico di no a tutti
che ora come ora
sto in mezzo
a questi infamati
per puro caso
mica voglio finire
come loro
domani parto
vado al nord
dove tutti
fanno fortuna
Dormo ritto
dormo ritto
sono famoso
per questo
mi appoggio
da qualche parte
dormo
e ronfo
vengono a vedermi
che è meglio di un cinema
né mi sposto
intorno a me
c’è traffico
sono
un tirassegno